Eroi ed altre favole digitali
venerdì 8 novembre 2013
mercoledì 14 agosto 2013
domenica 26 maggio 2013
Piazza San Petrolio
E’ il titolo del racconto che puoi trovare sul sito del quotidiano" Il centro d'Abruzzo", nella sezione dedicata a Montesilvano scrive “Match d’autore 2013” ( pagina 8 ). Puoi condividerlo,se ti va, fino alle ore 16,00 del 2 Giugno cliccando mi piace con Facebook, Google + e Twitter.
Gli abitanti di Valle Silente vivevano di pesca e di turismo. La popolazione di settecento abitanti, raggiungeva quota duemila nella stagione estiva. I componenti della piccola comunità, costituita in larga maggioranza da persone anziane, si adunavano in chiesa, presso il campo di bocce o davanti il bar tabacchi della piazza che apriva a giorni alterni. Adoravamo Valle Silente. Era un luogo incantevole, dove trascorrere le vacanze in armonia con la natura, in cui trovare distensione e gustare succulente pietanze. Nondimeno, era bello sostituire il rumore assordante dei clacson al cinguettio frastornante degli uccelli e allo strepitare dei bambini che giocavano nella piazza del paese. Purtroppo, in un pomeriggio di Agosto, ci fu un viavai, un rumoreggiare diverso dal solito, un avvenimento che segnò per sempre il destino di Valle Silente e dei suoi cittadini. Quel giorno maledetto, il piccolo Mario di soli tre anni, impegnato nella cattura di una lucertola, cadde dentro un tombino. Di mattina, l’operaio del comune, riparò l’impianto idrico e sfinito dal clima torrido, il poveretto, peccò di imperizia, lasciando il largo pertugio completamente aperto. Pian piano la piazza si riempì di persone richiamate dai lamenti del bambino. Alcuni si offrirono come volontari nelle operazioni di salvataggio ed arrivò anche Giovanni, l’operaio del comune, reo confesso, per questo, primo candidato a calarsi nella buca a cui i meno esperti diedero il nome di oscura voragine. Prima di scendere, mise la testa dentro decine e decine di volte, studiò il metodo più adatto a tirare fuori Mariolino in poco tempo e l’ultima volta, Giovanni, ricacciò la testa dal buco piena di un colaticcio liquido: scuro e viscido, simile al bitume. Dopo alcuni inutili tentativi, arrivò la volta buona. Riuscì a tirare fuori dal tombino il bimbo. Uscirono tutti e due neri dalla testa ai piedi. Mariolino, in lacrime, se la cavò con qualche graffio, rinsavì in fretta fra le braccia del papà e della mamma ancora pieni di inquietudine. A quel punto, venne spontaneo a tutti chiedersi, cosa fosse quel liquido nero che copriva per intero Giovanni e Mariolino. Più tardi, iniziò a spargersi la voce, che il piano sottostante la piazza di Valle Silente, era colma dell’oro nero. Il consiglio comunale era già riunito in seduta straordinaria e all’alba, decise a maggioranza assoluta di sfruttare il piccolo pozzo petrolifero vendendolo ad una società americana. La motivazione ? Tutti avrebbero goduto di effetti economici sorprendenti! Così, iniziarono le operazioni di modifica del territorio, e la piazza, fu intitolata al Santo Petrolio, con parere contrario del parroco, il quale in un’omelia della santa messa della Domenica, definì i governanti del paese degli eretici. Comunque, nella piazza, furono allestiti gli strumenti necessari a pescare il greggio e la zona fu circoscritta in un gigantesco cono di plexiglass che permetteva a chiunque di guardare gli operai mentre estraevano petrolio, un particolare che avrebbe attirato più turisti. Ma sbugiardarli non fu difficile. Ben presto, le antiche massaie iniziarono a lagnarsi. Il bucato solitamente fresco e profumato diventò nero e fetido. Gli splendidi pesci, smisero di guizzare nell’acqua limpida, i laghetti che concorrevano ad incorniciare il paesaggio divennero opachi. Lungo le rive dei fiumiciattoli, abbondava una schiuma gialla, gli uccelli smisero di cinguettare, tutti i villeggianti, compreso me e la mia famiglia, ce ne andammo per non tornare mai più.
Gli abitanti di Valle Silente vivevano di pesca e di turismo. La popolazione di settecento abitanti, raggiungeva quota duemila nella stagione estiva. I componenti della piccola comunità, costituita in larga maggioranza da persone anziane, si adunavano in chiesa, presso il campo di bocce o davanti il bar tabacchi della piazza che apriva a giorni alterni. Adoravamo Valle Silente. Era un luogo incantevole, dove trascorrere le vacanze in armonia con la natura, in cui trovare distensione e gustare succulente pietanze. Nondimeno, era bello sostituire il rumore assordante dei clacson al cinguettio frastornante degli uccelli e allo strepitare dei bambini che giocavano nella piazza del paese. Purtroppo, in un pomeriggio di Agosto, ci fu un viavai, un rumoreggiare diverso dal solito, un avvenimento che segnò per sempre il destino di Valle Silente e dei suoi cittadini. Quel giorno maledetto, il piccolo Mario di soli tre anni, impegnato nella cattura di una lucertola, cadde dentro un tombino. Di mattina, l’operaio del comune, riparò l’impianto idrico e sfinito dal clima torrido, il poveretto, peccò di imperizia, lasciando il largo pertugio completamente aperto. Pian piano la piazza si riempì di persone richiamate dai lamenti del bambino. Alcuni si offrirono come volontari nelle operazioni di salvataggio ed arrivò anche Giovanni, l’operaio del comune, reo confesso, per questo, primo candidato a calarsi nella buca a cui i meno esperti diedero il nome di oscura voragine. Prima di scendere, mise la testa dentro decine e decine di volte, studiò il metodo più adatto a tirare fuori Mariolino in poco tempo e l’ultima volta, Giovanni, ricacciò la testa dal buco piena di un colaticcio liquido: scuro e viscido, simile al bitume. Dopo alcuni inutili tentativi, arrivò la volta buona. Riuscì a tirare fuori dal tombino il bimbo. Uscirono tutti e due neri dalla testa ai piedi. Mariolino, in lacrime, se la cavò con qualche graffio, rinsavì in fretta fra le braccia del papà e della mamma ancora pieni di inquietudine. A quel punto, venne spontaneo a tutti chiedersi, cosa fosse quel liquido nero che copriva per intero Giovanni e Mariolino. Più tardi, iniziò a spargersi la voce, che il piano sottostante la piazza di Valle Silente, era colma dell’oro nero. Il consiglio comunale era già riunito in seduta straordinaria e all’alba, decise a maggioranza assoluta di sfruttare il piccolo pozzo petrolifero vendendolo ad una società americana. La motivazione ? Tutti avrebbero goduto di effetti economici sorprendenti! Così, iniziarono le operazioni di modifica del territorio, e la piazza, fu intitolata al Santo Petrolio, con parere contrario del parroco, il quale in un’omelia della santa messa della Domenica, definì i governanti del paese degli eretici. Comunque, nella piazza, furono allestiti gli strumenti necessari a pescare il greggio e la zona fu circoscritta in un gigantesco cono di plexiglass che permetteva a chiunque di guardare gli operai mentre estraevano petrolio, un particolare che avrebbe attirato più turisti. Ma sbugiardarli non fu difficile. Ben presto, le antiche massaie iniziarono a lagnarsi. Il bucato solitamente fresco e profumato diventò nero e fetido. Gli splendidi pesci, smisero di guizzare nell’acqua limpida, i laghetti che concorrevano ad incorniciare il paesaggio divennero opachi. Lungo le rive dei fiumiciattoli, abbondava una schiuma gialla, gli uccelli smisero di cinguettare, tutti i villeggianti, compreso me e la mia famiglia, ce ne andammo per non tornare mai più.
giovedì 28 marzo 2013
"Il palinsesto"
“Che cos’e’ il cervello umano se non un palinsesto immenso e naturale? Il mio cervello ed anche il tuo,lettore.Strati innumerevoli d’idee,d’immagini,di sentimenti,si sono depositati di volta in volta sul vostro cervello,piano piano,come la luce.E’ sembrato che ognuno avesse sepolto il precedente,ma nessuno in realta’ e scomparso”.Tuttavia,tra un palinsesto che comprende,posta l’una sull’altra,una tragedia greca,una leggenda di monaci e una storia cavalleresca,e il palinsesto divino creato da Dio,che e’ la nostra smisurata memoria,c’e’ questa differenza che,nel primo e’ presente una specie di caos fantastico,grottesco,una collisione di materiali eterogenei,mentre nel secondo la fatalita’ del temperamento mette necessariamente armonia tra i piu’ disparati elementi.Incoerente che fosse una sola esistenza,non turberebbe l’unita’ umana.Se si potessero risvegliare tutti gli echi della memoria,essi formerebbero un concerto,piacevole o doloroso ma logico e senza dissonanze…
Charles Baudelaire 1860.
Charles Baudelaire 1860.
Iscriviti a:
Post (Atom)