Eroi ed altre favole digitali

Eroi ed altre favole digitali

giovedì 29 dicembre 2011

“ Quella K li’…. Si, si ! Proprio quella ! ”

Da oggi potrai cercare  Il numero 1 della saga   Out of the net ”  in mezzo alle altre meraviglie esposte all’interno della libreria  K che si trova in via Conte di Ruvo , 139 a Pescara .
K , si ispira al genio creativo e narrativo di Franz Kafka . E’ un posto straordinario, una libreria alternativa in cui trovare tutto il meglio dei fumetti d’autore, dell’ Editoria indipendente,  T – shirt  e  oggettistica  proveniente da  tutto il mondo.
A proposito….Siete  mai stati in una libreria  in cui a servirvi ci siano un ‘ ottimo Grafico/ Illustratore  ed un talentuoso  scrittore ? ....

mercoledì 21 dicembre 2011

“ Buon Natale e ciao, CIAO 2001”

   La signora del  piano di sotto , mi chiede di aiutarla  a recuperare l’albero di Natale che custodisce in soffitta . E’ posizionato molto in alto, la’ dove, ella,  poverina, non puo’ arrivare.  Accetto di buon grado, poggio la matita sul tavolo e , cercando di non calpestare le parti della superficie appena lavate dagli addetti alle pulizie del palazzo,ci accingiamo a raggiungere il piano superiore .Ci mettiamo subito al lavoro . Effettivamente, le cianfrusaglie natalizie, sono conservate  a poca distanza dall’ultimo mattone , quasi toccano il tetto ; cosicche’, salgo su un bidone di tempera vuoto tentando di abbassare il livello di altezza  fra me e il cimelio natalizio. Ormai e’ fatta !!  L’albero, mi cade fra le braccia, insieme ad alcuni pastorelli e dei giornali . Non appena scendo dal bidone, mi accorgo di aver qualcosa sotto i piedi . Sollevo il  piede, ed intravedo i giovanissimi  Kraftwerk, imberbi, con camicie rosse e cravatte nere. Sullo sfondo, Chick Korea  brinda da una tazza di The….  Ho fra le mani  il  numero 18  della rivista  Ciao 2001 del 7 Maggio del 1978… . La poggio sul tavolo e mentre cerco di rimettere  a posto alcune delle cose rimaste a terra , la signora prende la rivista, la guarda e dice : “ Ecco lo Sapevo ! qui c’e’ un mucchio di roba da buttare  ! “. Nervosamente  inizia a strapparla . Cerco di distrarla, indicandole alcune parti della stanza piena di robaccia altrettanto inutile  e le chiedo di poter entrare in possesso dell’ elemento “cartaceo”. Mi  sorride,  risponde che posso tenerlo . Il tesoro e ‘ diviso in due parti, la copertina e tutto il resto della rivista. Tengo la copertina in mano ed il resto lo poso su di una sedia posizionata appena fuori l’entrata del gabbiotto . A tentoni scendo un attimo di sotto a chiudere la porta rimasta aperta. Torno di sopra, ma della rivista, nemmeno l’ombra . Poco fa , era poggiata una rivista, su questa sedia ! Detto cio’, chiedo gentilmente ad una delle signore che sta effettuando un ’ultima passata di lucido alla superficie delle scale se per caso l’abbia vista…..  
“ No...non l'ho vista.Spero per te che qualcuno non l'abbia gettata nel cestino dei rifiuti" aggiunge .

giovedì 24 novembre 2011

Petrovic’ , Rasuminich e Zossimov discutono di economia…

-  Non e’ vero ? continuo’ Piotr Petrovic’ , volgendo un amabile sguardo a  Zossimov. – Convenite anche Voi , - seguito’, rivolgendosi a Rasumichin, ma gia’ con una certa sfumatura di trionfo e di superiorita’, e per poco non aggiunse: “giovanotto”, - che c’e’ un avanzamento, o ,come si dice,un progresso,non fosse che in nome della scienza e della verita’ economica….
-         Un luogo comune !
-         No, non e’ un luogo comune ! Se  a  me, per esempio  , finora dicevano “ama” ed io “amavo”; che cosa ne conseguiva ? –   Continuo’Piotr Petrovic’, forse con eccessiva precipitazione, - ne veniva ch’io strappavo il caffettano* per meta’, lo dividevo col prossimo, e tutt’e due restavamo mezzi nudi, secondo il proverbio russo: “ Se andrai dietro a piu’ lepri in una volta, non ne raggiungerai neppur una”. La scienza invece dice: ama, prima di tutti te solo, giacche’ tutto nel mondo e’ fondato sull’interesse personale. Se amerai te solo, farai i tuoi affari come si deve, e il tuo caffettano rimarra’ integro. La verita’ economica poi aggiunge che, quanti piu’ affari privati bene assestati, e , per cosi dire, caffettani interi ci sono nella societa’, tanto piu’ numerosi sono i suoi solidi fondamenti e tanto meglio vi si assesta anche l’interesse comune. Pertanto, acquistando unicamente ed esclusivamente per me,con cio’ stesso appunto acquisto, in certo modo per tutti e ottengo che il prossimo riceva qualcosa piu’ d’un caffettano strappato e non gia’ dalle liberalita’ private, singole ma in conseguenza del progresso generale. Pensiero semplice, ma , disgraziatamente, per troppo tempo non venuto in capo, occultato dall’infatuazione e dalle fantasticherie, eppure parrebbe che non ci voglia molto acume per intuire……..
-         Scusate, anch’io non ho acume, - interruppe aspramente Rasumichin,- e percio’ smettiamo. Io , vedete, queste chiacchiere di auto consolazione, tutti questi incessanti,  ininterrotti luoghi comuni, e sempre la stessa cosa , sempre la stessa cosa , mi sono durante questi tre anni venuti a nausea che, in fede mia,  arrosisco anche quando non gia’ io, ma altri si mettono a parlare in mia presenza. Voi, s’intende, vi siete affrettato a esibirvi nelle vostre cognizioni, questo e’ scusabilissimo, e io non condanno. Ma io adesso volevo soltanto sapere che uomo foste voi; perche’, vedete, alla causa comune si sono agganciati negli ultimi tempi tanti trafficanti di ogni sorta, e a tal punto hanno deformato a loro vantaggio qualunque cosa  abbian toccato, che hanno proprio insudiciato tutto quanto. E ora basta !



*CAFFETTANO : s.m. abito maschile turco, di lana o di seta spesso a righe colorate,simile ad una veste da camera.




Tratto dal romanzo  del 1866  “Delitto e castigo” di  Fedor Dostoevskij

domenica 23 ottobre 2011

Toh ! Ho disegnato Wolverine !

Cerco le chiavi di casa per  un quarto d’ora, prima di trovarle a terra vicino la libreria. Un gesto inconsulto  e alcuni albi a fumetti  di  Wolverine, in bilico fra il muro e la libreria , mi cadono sulla testa. Le copertine sono malridotte e strappate sulla parte destra della facciata .Un giorno di tanti anni fa,durante un temporale, mi caddero in una pozzanghera. Le ho conservate comunque. Le illustrazioni , stupende, disegnate con abilita’ e con il realismo dei grandi fumettisti americani, raffigurano ,Wolverine, incazzato (e’proprio il caso di dirlo), come una bestia. Molte volte mi sono chiesto, perche’ lo stesso Wolverine ce l’abbia cosi’ tanto con il mondo intero….Perche’ e’ cosi’ iracondo ? Perche’?  Perche’, proprio facile facile, la vita del povero wolvy non lo e’mai stata ! Quand’era molto piccolo in un momento di delirio febbrile, Wolverine scopre di avere una forza straordinaria e degli  artigli potentissimi che gli fuoriescono dalle  dita. E’ complicato da capire , lo so, ma io voglio provarci lo stesso a raccontarti come e’ andata. Dunque,  Wolverine e’moribondo a causa della febbre altissima, ma nulla gli impedisce di sobbalzare dal letto e correre giu’ per le scale, allarmato dal sonoro scoppiettare di un paio di fucilate. Gli artigli acuminati ammazzano suo padre  (che nella ricca tenuta in cui vive il piccolo Wolverine svolge il lavoro di giardiniere).Quest’ultimo, paghera’ duramente la colpa di aver sparato al patrigno che fingeva di essere il suo vero padre. Il piccolo, rinnega la madre per avergli nascosto la verita’ e scappa in mutande assieme al fratello anch’egli “mutante”. I due si arruolano nell’esercito  e ormai grandicelli subiscono una fucilazione, ma i proiettili nulla possono contro la forza sovrumana dei mutanti…. Ad un certo punto del film, Wolverine decide di voler abbandonare la carriera del supereroe, mettendosi a fare il “manovale” ed innamorandosi di una bella figliuola : una supertopona che riesce ad assoggettare le persone al proprio volere soltanto sfiorandole . Purtroppo, anch’ella muore uccisa per mano del fratellastro di Wolverine !! ! !!  Quest’ultimo, preso dallo sconforto, decide di sottoporsi ad un pericolosissimo intervento chirurgico facendosi iniettare l’Adamantio, una sostanza che lo renderebbe invulnerabile per sempre. Durante il difficile intervento qualcosa va storto, l’Elettrocardiogramma del supereroe e’ piatto, Wolvy sta per morire, ma improvvisamente viene resuscitato da qualcosa di “scientificamente inspiegabile”.La  coscienza, riproduce le immagini dei bei momenti passati insieme alla sua amata e tutto cio’, basta a farlo tornare in vita. 
 L’operazione e’ perfettamente riuscita e lui e' fisicamente piu’ forte di quanto non lo fosse già. Wolvy ora  vuole vendicarsi , va a cercare il fratello e durante le  ricerche organizza una rimpatriata con  alcuni amici anch’essi supereroi. Estremamente convinto che questi ultimi sappiano dove sia nascosto suo fratello, li minaccia “ bonariamente “ sbattendone qualcuno a terra .Finalmente, avviene lo scontro. I due si incontrano nel peggiore bar di Caracas e  dopo averla fatta fare addosso ad  alcuni ubriachi,  ignari della forza dei supereroi , Wolverine scopre che la sua donna non era morta !!!!  La Supertoperoina  fece finta di morire ! Come se non bastasse l’artiglione diviene cosciente che il sentimento d’amore che nutriva per lei, molto probabilmente, non era mai stato corrisposto !  Sicuramente mi sara’ scappato qualche altro particolare, ma questa l’estrema sintesi della storia .
Ora e’ tutto piu’ chiaro……

mercoledì 17 agosto 2011

Spazio - Italia 2011






                                                                                                                                                          

venerdì 29 luglio 2011

"Out of the net"

Questa e’ la copertina del primo numero di  “Out of the Net”. E’ una storia a fumetti di mia invenzione . Trattasi delle avventure di Leo Mannagifer, un musicista che vive in un mondo surreale e violento. Le  uniche armi che ha per difendersi sono gli strumenti musicali ma…………………

La  cosa  piu’importante  e ‘ che finalmente ho delle copie da distribuire !  Tale piccolo, gaudioso avvenimento, si colloca all’interno di un altro evento speciale che segna il ritorno di “Cartastraccia”. La vecchia signora fanzine tende a ringiovanire , si “veste”di tante nuove idee , progetti ed autoproduzioni . Ha un simbolo tutto nuovo : Il simpatico alberello che spunta sulla destra di questo ed altri  monitor . Cliccandoci sopra, sarete collegati alla piattaforma del nostro nuovo universo .
Io e miei  amici : Simone Angelini , Michela Tobiolo , Fabio di Campli , Marco Taddei , Maximiliano Sanvitale e Filippo Toriello saremo lieti di ospitarvi presso il nostro stand all’interno della manifestazione “ Indipendent Comics Festival “ che si svolgera’ il 29,30 e 31 di Luglio ad Atessa ( Ch ) . Saremo lieti di offrirvi eccezionali “ diversivi “ da toccare,  guardare, leggere e portare a casa !!

martedì 31 maggio 2011

Orpheus

                                                                                                                              

                                                                                                                        

venerdì 13 maggio 2011

" A Tex non piacevano le bibite gassate....."

Secondo alcune statistiche, alla fine degli ottanta, un’altissima percentuale di cittadini italiani non spegneva la tv, nemmeno quando usciva di casa . Posso testimoniare che tutto cio’era assolutamente vero, e a chi non crede alle leggi della statistica, bastera’ “farsi due conti”. Oltre al rapporto umano, al telefono fisso, al tubo catodico ed ai segnali di fumo, non vi erano altri modi per interagire o socializzare. Anche  per strada, si correva  ancora il rischio di potersi immedesimare in Rocky Balboa: i piu’ grandi davano o ricevevano  un pugno in viso, senza  che ognuno interpellasse per forza il proprio avatar  o premesse il tasto “ mi piace ”. I discorsi politici erano accesissimi e “faccia a faccia”.La situazione politica in Italia  si avviava verso la presa di coscienza della cittadinanza tutta, e di cosa volessero significare alcuni “epiteti” usati  dai nostri nonni come : “  Piove ! Governo ladro ! ” . Viceversa, la situazione internazionale, proponeva scenari assai  piu’ interessanti come: la fine della guerra fredda , la caduta del muro di Berlino, i pink floyd che reinterpretavano “the wall”, la caduta delle barriere culturali ancora esistenti fra Germania est e Germania Ovest ed immagini sequenziali ritraevano un ragazzo cinese con delle bandierine in mano che  tentava di ostacolare la strada a quattro carrarmati . Forse e’ solo un mio parere, ma il nostro paese restava  ( piu’ o meno.. ) uguale a come e’ ora… . L’agire “politico” veniva tradotto nel rinfacciarsi la colpa di scelte politiche sbagliate che  era stata talvolta di “destra”, talvolta  di “sinistra”. Faticosa era la vita per un ragazzino di quattordici anni che sognava di diventare grande , sempre al centro di opposte tifoserie, che origliava i discorsi di  uomini politici ben vestiti piuttosto educati  che usavano parole incomprensibili,  e che tali sarebbero rimaste, se la scuola non fosse stata sostituita dall’insegnamento di certi “cattivi maestri”. Uno me ne e’ venuto  in mente, non  a caso. Un giorno di tanti anni fa, comparve vestito da pirata, nei  tanti manifesti che tappezzavano i muri della mia citta’. Militava come front man in un gruppo musicale misconosciuto, dal nome davvero singolare . I Litfiba avevano gia’ cavalcato “l’onda nuova” del rock italiano, erano preparati e sapienti, la loro musica era accompagnata da  testi “seri”, “poetici”, “politici”, “affascinanti”, di difficile comprensione, perche’ destinati ad un pubblico un po’ piu’ “adulto”. Non furono questi i motivi “sufficienti” a convincere i miei genitori a mandarmi al concerto,ma con ritardo accettarono. In cambio, mi riempirono la testa di miliaia di raccomandazioni. Andai solo. Tentai di comprare il biglietto, ma gli ultimi rimasti, furono assegnati a dei ragazzi molto piu’ grandi di me. La canzone  “Gira nel mio cerchio”, si avviava verso le battute finali, allorche’seguii alcune persone intenzionate a scavalcare una recinzione abbastanza alta , sormontata da tre linee rette di filo spinato. Saltai per ultimo. Intimorito dalle voci degli addetti al servizio d’ordine , volli saltare in fretta, mi si strapparono i  pantaloni  e leggere escoriazioni coprirono parte delle mie gambe. Il dolore fu in parte, mitigato dalla musica  e dalle parole della canzone successiva :  ” L' orizzonte e' nello specchio, l'orizzonte e' dentro me, ho distrutto tutto il tempo perche' il tempo e' solo mio, cielo basso sui capelli l' orizzonte e' dentro me, ho scolpito sulla pelle che chi piange ridera'. Questo mostro ha cento occhi , cento occhi come spie ma quei bastardi ridono, mi hanno tolto mani , bocca e occhi.  Con il cuore in quella piazza tiene a mente Tienammen,la morte, la porta, la liberta' e la violenza perdera' e ogni gabbia uccide un uomo ma la rabbia fa' resistere e ha scolpito sulla pelle che chi piange ridera'. Sono il vento, sono libero come il vento, senza fine sono il vento”…. Circondato da gente “osannata”, ma felice, impegnata e nello stesso tempo spensierata,  fu quella, la prima volta nella vita in cui mi sentii davvero libero e adesso posso dirlo a me stesso, con certezza, fu quello il concerto piu’ bello a cui abbia mai assistito. Uscii  soddisfatto, felice,trionfante,le piccole ferite in parte gia’ secche. Ero stato fortunato a poter partecipare all’evento,  soprattutto dopo essermi accorto che in molti non riuscirono ad entrare . Ci furono momenti di tensione fra due gruppi rivali. La polizia al centro assisteva pronta ad intervenire. Un gruppo ascoltava quella canzone in cui si parlava  di coca – cola. Ascoltavano musica per mezzo dell’autoradio di una macchina posizionata a nord . L’altro gruppo ascoltava, appunto, i Litfiba, dallo stereo di una macchina posizionata a sud . Da quest’ultima scese Tex . Tex era altissimo, magro ma muscoloso e vestito di pelle. (Era stato soprannominato in quel modo perche’ spesso canticchiava la canzone dei Litfiba chiamata appunto Tex, di cui conosceva tutte le parole a memoria.).. . Uno dei ragazzi  appartenenti al gruppo opposto si avvicino’ pacificamente a Tex  porgendogli una bottiglia di Coca cola .  Disse: “  Hai sete ? Tieni, fatti un sorso! In fondo siamo amici…no ? ”. Quest’ultimo prese la bottiglia, guardo’ dentro, e successivamente gli verso’ il contenuto addosso bagnandolo dalla testa ai piedi ,  poi si fece passare una bottiglia di vino da alcuni amici ,  la diede al ragazzo e rispose : “ Tieni, questo e’ molto meglio!! !”, nel frattempo si guardo’ intorno dandosi un “tono” e  gli altri del suo gruppo scoppiarono a ridere ridicolizzando il ragazzo ed i suoi amici…. Tex si congratulava con i suoi, per aver sbeffeggiato i propri rivali, ma dalla fine del gruppo, un piccoletto con la barba incolta cercava di sbracciarsi, cercando di attirare su di se l’attenzione di Tex .  Dall’alto dei suoi pensieri Tex lo noto’. “ Cosa vuoi piccoletto qualcosa non va ? ” urlo’. ” Ma che cazzo hai fatto, lo sai di chi e’ il figlio quello li’?” rispose l’altro. ”Lasciatelo passare !” disse Tex. Il piccoletto si avvicino’ e  bisbiglio’qualcosa nell’orecchio di Tex , il quale sbianco’. La situazione di sottoposizione a cui venne assoggettata il ragazzo venne ribaltata . Il ragazzo  della “Coca cola solidale” divenne  cosciente della propria “forza” , cosicche’ sollevo’ da terra la bottiglia di vino versandola sul capo di  Tex . Lo bagno’ dalla testa ai piedi , poi piglio’ la  bottiglia di Coca cola quasi vuota e glie la passo’. Gli disse :  “ Scusa, non l’ho fatto a posta, ma in fondo siamo amici vero ? ” . Tex  bevve l’ultimo  sorso rimasto,  e rispose : “ Sai che non l’avevo mai assaggiata ? Avevi ragione e’ davvero squisita!”






















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venerdì 22 aprile 2011

" rock n' roll / Download "

L’asfalto del cantiere,  bruciava del sole di giugno, e solo raramente dal cielo blu infinito, proveniva un leggero vento caldo. Fu proprio in quei giorni,  che acquistai uno dei pochi ciclomotori “Si” rimasti,ancora in circolazione. Era blu, dotato di marmitta abbastanza silenziosa, quest’ultima pendeva da un motore di 80 cc. Per guidarlo non era ancora obbligatorio indossare il casco ed il vento “artificiale” che si fruiva  seduti su di esso , era per me, motivo di vero gaudio. Nel lungo tragitto che mi separava da casa, al cantiere, per rendere i miei  viaggi un po’ meno noiosi portavo con me un lettore e decine di compact disk.  Ricordo fra gli altri “ Sailing  the seas of chees” dei Primus, “ Grace” di Jeff Buckley, “Time to extinction”  dei Megadeth, “Bloodsugarsexmagic” dei Red hot e “Face lift” degli Alice in Chains . Trattandosi di un ricordo appartenente ad almeno tredici o quattordici  anni fà, e’ facile per chi legge,  dedurne il periodo. Quello “preistorico”,quello precedente l’avvento di Napster. Tutto cio’ significava che il disco “preferito” , lo dovevi comprare o al limite dovevi fartelo registrare su nastro o altresi’ dovevi trovare qualcuno disposto a masterizzarlo; ma erano pochissimi quelli disposti a farlo e talvolta volevano essere anche pagati. La collezione di cui disponevo, non era costituita di soli compact disk originali, ma ritenevo di acquistare cd originali soltanto quando ne valesse davvero la pena e l’elenco dei lavori da me citati poco fa ,costituiva uno di quei casi. Rammento che quello era un periodo in cui leggevo molto. Alcuni libri li portavo con me al cantiere. Ne leggevo alcune pagine nella pausa pranzo. Un giorno, mi soffermai a guardare lo splendido panorama che avevo di fronte, costituito di montagne ed ampie zone di verde, una vista spettacolare. Ricordo che subito dopo, durante la lettura di un periodo, entrai in  una specie di crisi mistico - esistenziale : -
Secondo il tale Erich, collega di Freud, di cui non ricordo il cognome, l’esperienza dell’amare,della simpatia,del godimento senza desiderarne il possesso e’ totalmente impensabile nella societa’ moderna. L’esempio era concentrato, guarda caso, sulla bellezza della montagna..”Certo ,molti di noi, non vedrebbero la montagna se non come un cliche’. Anziche’ contemplarla, vorrebbero saperne il nome  e l’altezza, oppure provare il desiderio di scalarla, che costituisce un altro modo di prenderne possesso. Alcuni, tuttavia, sono davvero in grado di vedere la montagna e di goderne, e lo stesso puo’ dirsi per quanto riguarda l’apprezzamento della musica. In altre parole,acquistare un disco della musica preferita puo’ essere un’atto di presa di possesso della composizione,e non e’escluso che la maggior parte degli amatori d’arte in realta’ la “consumi” ma una minoranza probabilmente tutt’ora risponde alla musica e all’arte figurativa con sincera gioia e senza provare il minimo impulso all’avere”.  Da quel giorno, non seppi se lasciar stare quel modo di comportarmi simile all’atteggiamento di un esistenzialista oppure continuare a “scavare” in quella “miniera”da cui avrei attinto  informazioni di vitale importanza. (concetto che compresi soltanto un mese dopo ).. Sono stato, da sempre, fermamente convinto che gli artisti, persone estremamente sensibili, siano le sole in grado di analizzare la realta’ in maniera  pura ed essenziale e mascherando il terribile impatto con la stessa , attraverso metafore, segni,simboli che permettono a tutti noi di analizzarla dal punto di vista meno doloroso possibile. Tuttavia, non riuscivo ad escludere l’arte musicale ed il rock da qualsiasi forma di espressione “materiale”. Iniziai da allora ad intensificare la ricerca del minimo “particolare”.Ossia iniziai ad “intestardirmi” circa il significato del testo della canzoni e per un certo periodo cercai di riprodurre quei suoni tramite una chitarra acustica sgangherata ma,ahime,’ con scarsissimi risultati. Circa un mese dopo,  riuscii a capire il significato di alcuni testi e  riuscii a riprodurre si e no qualche accordo .Un giorno, il datore di lavoro mi chiese di andare in centro con il mio motorino. Disse che avrei dovuto raggiungere, velocemente, una tale banca  e riscuotere tramite una delega da lui firmata, alcuni soldi che avrebbe rischiato di riscuotere, per causa mia, soltanto il mese successivo. Quando mi avviai verso il  motorino,notai che  nella piazzetta del paese,alcune decine di persone si tappavano le orecchie, mentre sulla cassa armonica una ragazza accordava la propria chitarra ed altri “musicisti” eseguivano alcune prove tecniche. Pensai che il guasto all’impianto acustico,fosse pressoche’ irreparabile visto che  dalle casse proveniva uno stridio interminabile che a mio giudizio,sarebbe stato capace di far impallidire perfino i  Sonic Youth . Poco male. Indossai gli auricolari,  accesi il lettore, avviai il motorino e mi “buttai” giu’ per  la discesa ripidissima..La  banca stava per chiudere,non c’era molto tempo, accelerai al massimo toccando forse i cento chilometri orari. Nelle orecchie “We die young” degli Alice in chains. La  voce di Layne Staley, dal tono “emotivamente”vivo ma nello stesso tempo rabbioso e potente. Ad accompagnarlo la chitarra di Jerry Cantrell che indirizzava il pezzo verso un ritmo incalzante e pieno di adrenalina, il basso e la batteria facevano il resto in maniera  pressoche’ accademica. La musica “Scandiva” il tempo che mi separava dalla fine della discesa dove, minuscolo, faceva capolino il cartello stradale con sopra scritto Stop. Andavo fiero di conoscere il testo di quella canzone, forse perche’ era di facile comprensione,comunque  continuai a godermi il fresco per altri quattro o cinque secondi e cantando   a squarciagola  “We die young, faster we run, down,down,down,you rolling…………….” .”Aspetta un ‘attimo” dissi improvvisamente a me stesso.L' istante salvifico lo dedicai al senso del " Do not". Decelerai l’andatura. Una macchina attraverso’ l’incrocio.Subito dopo un’altra e poi un’altra ancora. Il motorino  scivolo’,scivolo’per diversi metri facendomi perdere il controllo dello stesso. Provai ad intensificare la presa sui freni ma quest’ultimi non riuscivano ad arrestare la corsa del motorino. Ormai ero sulla strada .“E’la fine pensai….”  Un’altra macchina mi passo’ davanti, a pochi metri. Un signore anziano, disperato, mise le mani fra i capelli, guardando me su quel pezzo di ferro che non voleva saperne di fermarsi. Superato lo stop nessuna macchina era in procinto di passare sulla strada. Fortunatamente,mi ritrovai in una siepe ma non mi successe nulla di grave. Quando arrivai nel centro cittadino, la banca era chiusa e quando tornai al cantiere, il rapporto fra me ed il mio datore di lavoro non fu piu’ lo stesso. Dopo quel giorno, passai la maggior parte del mio tempo libero su quel motorino e quando arrivo’ l’inverno lo vendetti. Con il ricavato comprai una chitarra elettrica che penso non vendero’ mai…

domenica 10 aprile 2011

Hey tu!!

Ero in cerca di parole importanti e tutt’intorno tanta gente mi guardava ed aspettava una risposta. La musica ad altissimo volume,erano in collera e guardavano continuamente l’orologio. Attendevano trepidanti che io dessi loro risposte che non avevo. Rimasi ancor piu’ terrorizzato quando venni a conoscenza di avere fra le mani un vocabolario di circa mille pagine completamente bianche.
Erano incazzati, talmente tanto che, ad un certo punto uno di loro tiro’ fuori dalla tasca un coltello e me lo punto’alla gola. Disse: “Leggi!O per te sara’ la fine!”. Continuavo a girare le pagine in cerca di qualcosa, ma le pagine erano vuote. Finalmente riuscii a scorgere una pagina piena. Sulla pagina illustrata, c’erano alcuni caratteri in grassetto dove c’era scritto “Vocabolario di nuova concezione”
I vocaboli elencati erano i seguenti:-
1.Vendere: Cedere ad altri la proprieta’ di qualcosa ricevendone il prezzo.
2.Prodotto: Si dice di tutto cio’ che la natura o gli uomini producono: i prodotti dei campi, del sottosuolo.
3.Umano: Dell’uomo, dell’umanita’: la vita umana.

Non appena mi svegliai, spensi il computer ed andai a dormire…

mercoledì 30 marzo 2011

Fantasie da Black Out…

E’ ancora vivo nella mente il ricordo della prima volta che l’incontrai. Era seduta su un tavolo, vicino ad uno degli stand della fiera dell’est. Ricordo altrettanto bene, che mi piacque immediamente! Era.. come dire… vera  e vestita in varie  tonalita’di bianco e nero. Dodici per la precisione..Piccola com’era, avrei voluto sventolarla in aria, richiamando l’attenzione dei faccendieri annoiati e di quelli in cerca di emozioni in vendita,gridando loro:”Ehi! ma avete visto quant’e ‘ bella?”.Successivamente, la persi di vista. Forse, ero stato coinvolto dalla musica intorno o dal chiacchiericcio dei visitatori della fiera dell’est: me ne rammaricai profondamente. Dissi a me stesso di essere stato un’idiota a non invitarla a casa. Mio malgrado,scoprii che anche se avessi saputo dove abitasse, non ero in grado di contattarla a causa del ferimento occorso al mio piccione viaggiatore. Fortunatamente, non fu nulla di grave. Il veterinario disse che poteva andare peggio. Fu cosi’, che andai a cercarla a Pescara.Qualcuno mi disse che la signora “fanzine” abitava nei pressi del centro. Partii il giorno stesso, a piedi. Avrei dato l’anima, pur di partecipare alla tessitura di almeno una delle sue vesti. Quando finalmente la trovai, gli altri artisti coinvolti nel progetto mi dissero che se volevo partecipare alla tessitura del vestito di giugno, avrei dovuto far volare il piccione viaggiatore da casa mia, a Pescara, con una delle mie bozze nel suo collare …In effetti, non c’era molto tempo, ma fui costretto ad aspettare i giorni necessari alla guarigione del volatile, pregando che si sbrigasse ..Nel frattempo,chiesi ad un’amica appassionata di ecologia, se eventualmente fosse stata disponibile, a far parte, insieme a me ed altri artisti, della collezione di Giugno 2010. Ella,anche se impossibilitata a voltarsi accennò un gesto inequivocabile. Si vedeva che era felice,sembrava volasse dalla gioia. Ora che la situazione internazionale si e’sbloccata e che abbiamo di nuovo l’energia elettrica ed il petrolio,ho voluto  colorare la mia amica  in nome di nuove,ulteriori amicizie che spero, durino per sempre….!